TESTIMONIANZA DI GIANLUCA BILETTA
OCULISTA ALL'OSPEDALE SAN FRANCESCO (FOGO - ARCIPELAGO DI CAPO VERDE)
Sono partito dopo aver chiesto all'amico Beppe Delpiano come attrezzarmi per
poter fare chirurgia del segmento anteriore e visite che potessero
essere utili e che fossi in grado di fare
.Gli oculisti
si sa' il medico generico è inutile che lo facciano
.Rassicurato
dalla possibilità di avere un facoemulsificatore e addirittura
due microscopi operatori mi sono procurato otto set di ferri chirurgici,
tre manipoli del faco che c'è a Fogo e che per il nostro
ospedale è obsoleto (ma là è fondamentale),
12 "boccie" da 500 di bss (là solo fisiologica),
scatole di campioni di colliri raccolti dagli informatori vari più
uno scatolone offerto dalla Sifi che grazie a Silvia è arrivato
grasso di colliri antibiotici e associazioni antibiotico cortisoniche,un
sacco di bisturi e nylon 10.0 inutilizzati,venti fiale di viscoelastico,
una trentina di lentine rigide in scadenza di poteri medi più
due custom-pack, 49 chili di bagaglio tra farmaci e cose mediche
varie e 3-4 chili tra magliette costumi ecc.
Pronto a partire sento un'altra persona che è la terza
volta che va' e cosi ho la fortuna di conoscere e fare il viaggio
con Sara, strumentista della Neurochirurgia di Cuneo e che a Capo
Verde strumenterà di tutto compreso me con un'abilità
in campi non suoi che fa capire l'esperienza e l'intelligenza della
persona.
Il viaggio passa con orari svizzeri e anche il volo interno
Praia - Sao Filipe nonostante una passeggera con lapide in braccio
come bagaglio a mano arrivi senza nessun problema.
Finalmente sono al Centro San Francesco.Che spettacolo, a picco
sul mare con una spiaggia nera che ti passa sotto e si estende per
chilometri, onde pesanti che ti tengono compagnia anche di notte
.
Se ami il mare è un fragore che rinvigorisce, soprattutto
arrivando dalla Torino di fine novembre.
E'ora di pranzo ed è qui in refettorio che, seduti attorno
a un lungo tavolo a ferro di cavallo conosco tutti.
Ricordare subito i nomi è impossibile per i miei quattro
neuroni, l'accoglienza è subito calorosa e l'intesa è
fatta. Lo stimolo del lavoro fatto per pura gratuità è
una spinta enorme
.bella..
Sono arrivato di domenica e
quindi non si lavora. Mi chiedono se dopo pranzo mi interessa la
partita... Sono uno dei pochi tifosi del Toro. Escludo che una qualsiasi
televisione lo trasmetta e quindi nicchio un po'
Come al solito
non ho capito un tubo e mi spiegano che la partita è in un
campo all'interno dell'isola tra squadre di ragazzi calzati e vestiti
da Francisco e Marcovaldo, due colleghi dell'Inter (il Toro dei
ricchi) con cui l'intesa è immediata per fede.
Viaggiando sul cassonetto del Toyota scopro che sono i presidenti onorari oltre
che di queste anche di un'altra squadra di bimbetti cui porteremo
una maglia con uno sponsor che ha il nome del villaggio stampato
bello grande a caratteri rossi su maglia gialla e così Patim avrà
il suo squadrone attrezzato, per la felicità dei giocatori,dei
presidenti e degli spettatori che mi scalda il cuore
Lunedì si comincia con l'ambulatorio, inizialmente non
tante visite ma aumenteranno nei prossimi giorni e il mercoledì
parte la prima sala operatoria: una bimbetta magnifica per un sondaggio
delle vie lacrimali e qualche cataratta. Tutto funziona bene
e la gentilezza e la disponibilità di tutti in sala e fuori
fa si che si operi a proprio agio e anche se non parlo creolo, i
capoverdiani si fanno capire e poi gli interpreti non mancano per
fortuna
Alla fine della prima settimana salgo in punta al Vulcano in due
ore grazie a una guida ventenne che arriva fresca come una rosa,
mentre io ho la testa che gira un po' per lo sforzo e un po' per
i 2850 metri. Il silenzio e la vista veramente belli..La discesa
in venti minuti, saltando come un bimbo è un divertimento
Arrivato
a Cha das Caldeiras, villaggio costruito nel cratere del Vulcano
a 1500 metri vado insieme a Sara e Maura a distribuire quaderni
e penne ai bimbetti che hanno tutti i colori, di pelle, di occhi
e capelli, con un sorriso che entra dentro, per non parlare del
gruppetto che ci canta Fra Martino Campanaro in creolo
Lunedì
con il cervello un pochino più ossigenato sono pronto ad
operare Kevin un bimbo di tre anni che ho visto venerdi con due
pupille bianche come la neve dovute a una cataratta congenita bilaterale...
Per Serghey non c'è problema ad addormentarlo senza monitor e cosi prima
un occhio e poi l'altro faccio la faco, la ressi posteriore e meno
male che avevo qualche fiala di bluvision perché la capsula
anteriore raggrinzita e rigida l'ho tagliata con le microforbici
di Vannas
Il giorno dopo, con un più 17, vedeva una
macchinina gialla e toccava il mio nasone vero che lui non aveva
mai visto
Bè è il mio lavoro, mi piace, dà
un sacco di soddisfazioni e sensazioni indimenticabili
Il rientro è stato più movimentato per via dell'annullamento
del volo interno che avevo preventivato di giovedì per essere
tranquillo. Comunque bisogna avere pazienza e un buon libro e anche
con la Cabo Verde Airline si vola fino a casa
Altri ricordi
belli che vengono tipo flashback sono le serate passate in terrazza
a chiacchierare di tutto a lume di candela, il bagno alle 7 del
mattino, il saluto dei Capoverdiani al passaggio delle toyota, i
telefonini spenti per dieci giorni e la gioia alla ripresa dei contatti
familiari e tanti altri ancora.
Cosa si può migliorare al Centro San Francesco secondo
me? Forse l'organizzazione delle visite, in modo da partire già
dai primi giorni, a pieno ritmo. Comunque alla fine della fiera,
130 visite e 16 interventi non sono da buttare via in 10 giorni
di permanenza effettiva... Un grazie ancora a tutti per la
fraterna collaborazione e per avermi fatto partecipare ad un'esperienza
così bella. A tutti un abbraccio e un arrivederci presto.
|
|