Abbiamo
sempre più bisogno
di chi ci ascolta e non ci giudica. Caro Sant'Antonio…
Allora importante è sentirti vicino. Continua a
parlare
al nostro cuore affamato di amore.
|
Caro
Sant'Antonio
di Paolo Damosso
Carissimi, sono appena rientrato da Padova.
Ho trascorso una settimana all’ombra
della grande Basilica di Sant’Antonio.
Alcuni giorni intensissimi, con il compito
di raccontare un grande evento
che ha coinvolto tanti pellegrini da varie
parti d’Italia, anche dall’estero:
l’Ostensione del corpo del Santo,
dal 15 al 20 febbraio. Le spoglie
mortali racchiuse in una teca di cristallo,
sono state visitate
da oltre 230.000
persone in meno di una settimana.
Un vero e proprio fiume di gente che ha occupato parte del
centro di Padova, in un composto corteo, senza provocare
nessun problema dal punto di vista dell’ordine pubblico.
Sant’Antonio è nel cuore
di tante persone per moltissime ragioni.Uno dei motivi
sta nel fatto che, da tanti secoli, sembra avere un contatto
diretto con ogni persona
che si affida a Lui. Un motto popolare
dice che è capace di fare“tredici grazie al
giorno” ma a Padova sostengono che il numero
è approssimato per difetto. Infatti
sarebbero molte di più! Anche nei giorni della
mia permanenza, sono rimasto davvero stupito
dal costante flusso di persone, nonostante
non ci fossero ricorrenze particolari.
Uomini e donne che si mettono in fila
per appoggiare la loro mano sulla lastra
di marmo verde che ricopre la tomba
del Santo! Un affetto così grande
che ha avuto il suo picco nell’Ostensione
di febbraio, che sono stato incaricato
di raccontare in un DVD. Proprio per questo, la domanda
che mi accompagna in questi giorni è la seguente:
Qual è il senso, oggi, di un
evento come questo? Ha un significato esporre le spoglie
mortali di un uomo (anche se Santo),vissuto circa 800 anni
fa? Bisogna vivere un po’ di tempo lì
a Padova per cercare le risposte. Qui c’è gente
che affronta viaggi lunghi e faticosi per incontrare un
Amico, una persona di cui si può fidare.A
Lui affida
le ansie, le sofferenze, i problemi più diversi
e spesso molto gravi. Riguardano la famiglia, la salute,
il lavoro, insomma tutto ciò che, oggi, affligge
particolarmente la gente
delle più diverse estrazioni e provenienze.
Si compilano ogni giorno foglietti
che hanno un’intestazione chiara e semplice:
Caro Sant'Antonio...,
Una sorta di lettera aperta, da lasciare
nella Basilica, perché Lui...le
legge sempre tutte! E queste invocazioni, infatti, non sono
buttate al vento. Ci sono molti frati,custodi
della Basilica, che s’incaricano
di sfogliare queste pagine che trasudano di umanità
e di fatica. E Antonio dà delle
risposte anche attraverso di loro, con parole scritte,
con il telefono e addirittura, da alcuni anni, attraverso
internet. Allora, arrivare qui,
è, per tanti, andare a trovare il loro Caro Amico,
una persona di cui potersi fidare, visto che oggi regna
imperante soprattutto un grande senso di diffidenza. Antonio
è una certezza che ha attraversato i secoli.Qui
lo si può toccare con mano perché s’incontrano
uomini e donne di tutte le età. Sant’Antonio
è noto
per le sue predicazioni e per aver abbracciato,agli inizi
del milleduecento,
la nuova famiglia religiosa, guidata da
San
Francesco. Lui e il Poverello di Assisi
sono forse le due figure più popolari, e non solo
in Italia. Sarà un caso? Non penso!
In fin dei conti le domande dell’uomo
non cambiano. Soprattutto non muta mai
il desiderio di una parola, una mano che si apre, delle
braccia che ti accolgono.
Qui si può trovare tutto questo.
Caro Sant’Antonio, non smettere
di fare grazie, ma in particolare, non stancarti mai
di parlare al cuore di tutti noi. Ne abbiamo bisogno,anche
se non siamo lì da te a Padova, ovunque ci troviamo.
Grazie delle tue parole
e del sorriso aperto dei tuoi frati!
|