Il Signore Gesù
disse:
«State
attenti a voi stessi, che
i vostri cuori non si appesantiscano in
dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita...
Vegliate, in ogni momento, pregando,
perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò
che sta per accadere e di comparire davanti
al Figlio dell’uomo». Durante
il giorno Gesù insegnava nel tempio; la
notte, usciva e pernottava all’aperto sul Monte
degli Ulivi.
E tutto il popolo, di buon mattino, andava da lui nel
tempio, per ascoltarlo (Luca
21,34). Spesso sentiamo il peso della vita. Sono
le mille cose da rincorrere e le diecimila
che non riusciamo a fare, che ci lasciano
quel senso di inadeguatezza, se non addirittura
di inutilità, che"spegne
il sorriso del cuore e del volto". E' proprio
questo il "cuore appesantito"
dal quale stare in guardia, ci avverte GESU'. Il rimedio,
ovviamente, non è quello di scappare in un eremo
lontano. Si tratta invece, più semplicemente, di
vivere ogni cosa non per noi, ma per LUI: affidandogliela,
con la consapevolezza che è Sua volontà
e quindi non più nostra. Così sperimentiamo
al tempo stesso passione e leggerezza, fatica e conforto
e soprattutto quella pace serena, pur nella laboriosità
che Lui solo dà. Diceva
Teresa d'Avila, ricordiamo: "Nulla
ti turbi, nulla
ti spaventi, a chi ama Dio, non manca
nulla. Dio solo basta". Ieri
sera telefono ad una mia collega. Venerdì
sera suo figlio si è schiantato in macchina. È
messo male, molto male anche
se fuori pericolo. Mi racconta com’ è andato
l’incidente, ad un certo punto vengono fuori tutte
le sue ansie di mamma, le accolgo e
le faccio mie…avverto che, in quel momento,
c’è lei, solo lei…Ma
sento anche che Dio mi chiede di più…
Nonostante lei non sia tanto
di chiesa, concludo la mia telefonata
dicendole forte che, in questi giorni, ho pregato per
suo figlio e naturalmente anche per lei
e che continuo a farlo. Lei si commuove
e scoppia a piangere, ringraziandomi...;
chiudendo la telefonata ho la netta
sensazione che ho avuto questa occasione per amare Dio.