Chi
siamo noi cristiani?
Spesso mi ritrovo a riflettere, tra me e me o confrontandomi
con gli altri, su cosa voglia dire essere cristiano e
dunque, in cosa consiste realmente il Cristianesimo. Mi
piace pensare che,
il cristiano vero non sia colui che si limita a seguire
una serie di regole e norme e che, la
nostra religione non si restringa ad un insieme
di “si, questo è bene”
e di “no, questo è male”.Tutto
ciò mi sembra arido…, è una rappresentazione
di Dio,
del cristianesimo e del credente molto fredda
ed impersonale: Dio viene ad assumere
un ruolo
di “Padrone”, dispensatore di leggi morali
che il fedele segue, secondo una relazione di subordinazione
e sottomissione. Il cristianesimo,
di conseguenza, sarebbe una sorta di codice comportamentale
da consultare per ogni occorrenza. In questa rappresentazione
manca quello che,secondo me, è
invece l’elemento che dà un senso
al nostro rapporto con Dio, arricchendolo, cioè
l’AMORE. E’ l’amore
che rende Dio, nostro Padre e noi suoi figli. Io
credo sia importante soffermarsi un po’ su questo
concetto: quando recitiamo il “Padre
nostro”, noi chiamiamo Dio,
Entità Suprema,Creatore ed Onnipotente,"Padre".
Sapere che noi possiamo considerare Dio,"nostro Padre"
e che Lui ci sente Suoi figli, credo sia
l’espressione più importante del Suo Amore
per noi. Il cristiano, di
conseguenza, non più un semplice esecutore di regole,
è figlio. Tutto ciò comporta una
serie di conseguenze di fondamentale importanza per noi;
prima di tutto, noi non siamo
più servi ma liberi. Credo che il più grande
dono che Dio ci abbia dato sia il “libero
arbitrio”: come un padre, ci insegna un modus
vivendi, basato su valori che si riassumono nell’amore
reciproco, ma
ci lascia, come un padre, la libertà
di scegliere chi essere e come impostare la nostra vita.
E come figli, noi viviamo la nostra vita autonomamente,
con la Sua presenza mai invadente: la Sua mano stringe
sempre la nostra. Inoltre, in quanto Figli
di Dio, la nostra condizione umana assume una profonda
dignità. Questo ci aiuta
nel quotidiano, soprattutto di questi tempi, in
cui da noi stessi
e dalla società siamo portati a chiederci sempre
più, “costretti” ad ottenere successo,
potere e popolarità, criteri per dimostrare che
siamo, realmente, qualcuno. Tante
sono le voci che ci raggiungono dall’esterno
e che tendono a farci sentire spesso inadeguati rispetto
a standard di efficienza sempre più alti ed il
rischio che corriamo, quando non riusciamo a raggiungerli,
è quello di identificarci con il fallimento, non
circoscrivendo quest’ultimo a cause legate ad una
specifica situazione o comunque contingenti. Rischiamo
di rifiutare noi stessi, dimenticando
il valore intrinseco che possediamo in quanto persone
e, Figli di Dio, creati “a Sua immagine e somiglianza”.Essere
consapevoli di questo,vuol dire sentirci avvolti da un
amore immenso ed incondizionato, l'Amore di Dio e ci aiuta
a trovare il giusto equilibrio tra la superbia ed il deprezzamento
di sé.Inoltre,ci dona gli strumenti per rispettare
il prossimo, chiunque esso sia perché, ognuno di
noi è partecipe e destinatario
di questo grande amore. Il cristiano,
dunque, è tale, perché ha incontrato, lungo
il suo cammino, una persona speciale:
GESU'CRISTO, con cui proseguirà a camminare,
sapendo che, LUI solo,
gli darà davvero il giusto e più ricco valore.
Il cristianesimo, di conseguenza,
è un modo di vivere, basato sulla capacità
di amare Dio, se stessi e gli altri: Amare,
nell’ottica della nostra religione, vuol dire avere
la giusta percezione
di se stessi, rispettare il prossimo, la sua dignità
e i suoi diritti. Vuol dire essere
pronti con la mano tesa verso l’altro, accoglienti,
sorridenti..vuol dire sentire
Dio in noi, nel nostro cuore, nella nostra mente, come
la Stella Polare, guida dei nostri pensieri e dei nostri
sentimenti. Solo così
gli insegnamenti di Dio assumono
un valore profondo poiché il fedele, facendoli
propri, li rende un qualcosa di più che, semplici
divieti e permessi.
Il cristiano li vive non costretto, ma grazie all’incontro
con Cristo, Dio stesso, che ha cambiato la sua Vita, rendendola
davvero Tale.