Il nostro Salvatore
quando dice “Beati i poveri in spirito” ci
invita a non desiderare di possedere cose e persone; quando
poi dice “Beati i miti” ci spinge a rinnegare
la propria volontà e l’attrattiva dei sensi,
che ci rendono violenti e sfrontati. Aggiungendo “Beati
gli afflitti” ci incita a fuggire per sempre ….carrierismo,
primo posto, denaro, sesso…); e ancora con le parole
“Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia”
e “Beati i misericordiosi”, vuole che la nostra
anima apprenda la giusta, santa e volonterosa sopportazione
del prossimo, lotti contro tutte le ingiustizie per i
più piccoli e indifesi.
A queste Beatitudini aggiunge “Beati
i puri di cuore” (i semplici, senza doppiezza né
compromessi) e “Beati gli operatori di pace”,
con cui ci chiama a compiere azioni che danno chiarezza
alla mente e portano pace al cuore, in modo tale che tutta
le persona diventi conforme alla celeste Gerusalemme,
nome che significa “visione di pace”.
In ultimo, con le parole “Beati i perseguitati per
la giustizia, perché possiedono Dio”(sono
figli di Dio), si chiude il cerchio, perché in
questa beatitudine sono riassunte tutte le altre.
A conferma di ciò vi
è la testimonianza di Francesco, patriarca dei
poveri, che all’inizio della sua Regola propone
i tre capisaldi della vita religiosa, (validi, a noi pare,
per tutti): “la R. dei frati minori consiste nel
mettere in pratica il Santo Vangelo (la buona notizia)
di Gesù Cristo, vivendo nell’obbedienza (alla
Verità che non è viveri da libertini, facendo
i nostri scomodi, a scapito…), nella povertà
(senza nessun desiderio di possesso egoistico alcuno)
e nella castità (che significa rispettare se stessi,
nel proprio corpo, e gli altri come noi stessi)”.
E in seguito raccomanda altre tre cose,
che integrano e, in un certo modo, completano le precedenti
“riflettano i frati (e tutti) che devono desiderare
più di ogni altra cosa di possedere lo spirito
del Signore (l’Amore disinteressato, la generosità
del cuore)…; che devono saper pregare Dio con cuore
semplice e possedere l’umiltà e la pazienza
nelle tribolazioni e nelle malattie; che devono avere
una predilezione speciale per quanti ci perseguitano,
ci disprezzano e ci insultano”...
Con questo ammonimento Francesco
propone in primo luogo di elevare tutto il nostro agire
in Dio; poi raccomanda di accettare gioiosamente tutte
le tribolazioni e vivere la carità fattiva e squisita
verso il prossimo. In tal modo, con queste libere promesse
di obbedienza,povertà e castità, la persona
si oppone al male, all’egoismo e a tutte le cattiverie
e, …si rende simile a Dio, entra così nella
sua Vita d’amore fedele e gratuito, cioè
nella sua Grazia….
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