La
parrocchia Santuario Madonna di Loreto
Finalmente mi conoscete,
sono Pieraldo.
Madre Teresa in
preghiera, vicina alla statua della Madonna di Loreto.
Ringrazio
per la bella esperienza di fede e di servizio, vissuta
7 anni
qui a Chivasso, per tutto il bene
ricevuto, per le persone che mi hanno aiutato a vivere la
mia vocazione sacerdotale ed essere francescano.
Sia benedetto e ringraziato il Signore
e la sua Madre, Maria.
Fr.Pieraldo
Delfino
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25°
di Parrocchia Santuario
Madonna di Loreto
I Cappuccini
a Chivasso
Frammenti
di memoria
1° maggio 1982
Porto
Novo, 10.04.07, isola di S. Antao,
Capo Verde
Era
un pomeriggio pieno di sole, con tepore più che primaverile,
il maestoso viale con i tigli ricchi di foglie e di fiori
accoglieva il gran movimento di persone: bambini, giovani,
mamme e papà, nonne e nonni che accorrevano con tanta
gioia nel cuore.
Era il giorno
tanto atteso della nascita della nuova Parrocchia Madonna
di Loreto.
L’amato vescovo mons.Bettazzi rese importante e storica
quella data, creando anche la parrocchia di San Giuseppe
Lavoratore.
Una scelta pastoralmente saggia e
lungimirante.
La città di Chivasso cominciava
a vivere con due nuove realtà ecclesiali; quella
dei cappuccini con una tradizione spirituale e religiosa
di secoli alle spalle, tra borgate in via di sviluppo:
Rivera, Posta, Pesci Vivi e quella della Blatta.
La Vigna del Signore allargò i confini…e chiamò
nuovi operai…che cominciarono a darsi da fare con
solerzia, tenacia ed entusiasmo.
Come comunità parrocchiale animata dai frati eravamo
beneficiati e agevolati dalla nostra secolare presenza al
servizio della popolazione e dei più poveri.
Certo la nuova parrocchia esigeva
una piattaforma pastorale differente con un nuovo programma,
un nuovo modo di lavorare, nuove strutture e un coinvolgimento
più allargato del laicato.
Un progetto che coinvolse persone,
energie, fantasia e tanta passione.
Ricordo con simpatia e affetto tante famiglie, giovani e
anziani che diedero una straordinaria collaborazione per
un avvio promettente e confortante. Non posso dimenticare
l’opera infaticabile dei confratelli che, con generosità
si impegnarono P. Marco, P. Luigi col fratello P. Marcello,
fr. Mario, fr. Michele e P. Domenico.
Vorrei soprattutto sottolineare due
aspetti caratterizzanti i primi anni del cammino della comunità
parrocchiale. Il primo è l’aspetto comunionale.
C’era una comunione di vita e di intenti, di volontà
che legava i frati alla comunità locale.
L’ entusiasmo dei primi tempi
ci aiutava a superare
le inevitabili difficoltà.
Quante iniziative e proposte portate
avanti con impegno e sacrificio da tanti volontari e appassionati
nel fare il bene! Ricordo con nostalgia i vari teatri proposti
dai giovani, i presepi viventi, il mese di Maggio nella
varie zone, gli incontri nelle case, le feste all’oratorio,
i primi passi delle comunità neo-catecumenali. C’era
molta cordialità e accoglimento, solidarietà
e intensi rapporti costruttivi di reciprocità. E
così la Chiesa si estendeva nel territorio e si faceva
prossima alla gente, mettendosi accanto e stando in mezzo
alla popolazione con semplicità e stima.
L’altra caratteristica particolarmente palpitante
fu la missionarietà.
Il gruppo missionario che lavorava
ammirevolmente già prima della creazione della parrocchia,
fu una testimonianza e uno stimolo ad aprirci al mondo dei
poveri, dei paesi in via di sviluppo, per una condivisione
di solidarietà sincera e concreta, mirata alla Missione
nell’arcipelago del Capo Verde,
dove i nostri cappuccini già lavoravano dal 1947.
Ho sempre apprezzato e visto come
un dono la presenza dei laici sensibili e aperti ai problemi
e alle sollecitazioni di chi soffre, di chi vive nel disagio,
di chi è sfruttato, vicino e lontano.
Penso non sia un caso che, la mia decisione di partire per
Capo Verde, sia nata e concretizzata in questo contesto.
La parrocchia è per la missione
e senza spirito missionario non c’è Chiesa
vera.
Credo che, in 25 anni, l’impegno missionario sia stato
una costante della Comunità. |