Jacques Diouf al Sinodo per l'Africa
(Osservatore Romano,14 ottobre 2009)
Il
mondo di chi ha fame
attende molto dalla Chiesa.
Il Papa il 16 novembre prossimo
al vertice della Fao
sulla sicurezza alimentare.
Il
mondo degli affamati aspetta molto dalla Chiesa,
dalla sua capacità di diffondere la Dottrina Sociale.
Così come si aspetta molto dalla convergenza
degli insegnamenti religiosi, "in
particolare
della Chiesa cattolica e dell'Islam", nell'ottica
della responsabilità sociale di una gestione razionale
delle risorse a disposizione dell'umanità intera.
È stato con un elogio all'azione
dei missionari
in Africa che, Jacques Diouf, direttore generale dell'Organizzazione
delle Nazioni Unite
per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao), ha esordito
nel pomeriggio del 12 ottobre, nel suo intervento
a conclusione dei lavori della XIIa Congregazione generale
dell'Assemblea Speciale per l'Africa
del Sinodo dei Vescovi. "Voglio
sottolineare,
ha ripetuto, l'azione della Chiesa cattolica e dell'Islam
nel vagliare una strategia d'azione
che rispetti le persone e i beni di questo mondo, senza
eccessi e senza sprechi". Un impegno,
quello della Chiesa cattolica, che sarà ribadito
da
Benedetto XVI lunedì
16 novembre 2009,
quando inaugurerà il Vertice
Mondiale sulla
Sicurezza Alimentare a Roma, nella sede della Fao.
Un appuntamento rilevante considerando l'aggravarsi dell'insicurezza
alimentare mondiale, che continua a essere una delle più
pericolose minacce per l'umanità. Diouf
ne ha dato conto al Sinodo elencando i dati più
recenti sul fenomeno, raccolti dalla Fao e ha fatto
notare che, nonostante nel lontano 1996,
per la prima volta, il Vertice Mondiale sull'Alimentazione
si impegnò a dimezzare
la sotto-alimentazione del pianeta, le statistiche
più recenti non mostrano segni di miglioramento.
Rispondendo a quanti cercano di indicare come causa del
fallimento dei programmi alimentari l'aumento della popolazione,
Diouf ha smentito nel modo
più assoluto ogni possibile accostamento in questo
senso.
Ha indicato invece una serie di
mancanze
di cui soffrono tanti Paesi, da quella dell'Acqua, all'assoluta
Indisponibilità di Tecnologie, di una
benché minima Organizzazione Strutturale.
Ed è impossibile, ha ribadito,
vincere la fame e la povertà in Africa, senza aumentare
la Produttività Agricola. Per avere un'idea
di quanto affermato dal direttore, basti pensare che in
America il solo 4% della
popolazione che si occupa di agricoltura,
produce
per il restante 96%. Mentre
nei Paesi poveri l'86% della popolazione, impegnata in
lavori agricoli,
non riesce neppure a sfamare sé stessa.
Dunque il problema del rapporto
fame-aumento
della popolazione è un falso problema, poiché,
come
ha ripetuto Diouf rispondendo a un'altra domanda di un
padre sinodale, questa volta sugli OGM, è
una questione di disponibilità di risorse e di
sementi
buone e non avariate o improduttive, di strutture
per la conservazione. In sostanza
la riaffermazione
di quanto aveva detto poco prima nel suo discorso ufficiale:
"Una visione di un mondo libero
dalla fame
è possibile solo se esiste una volontà politica
ai livelli più alti". E per la formazione
di questa volontà, una grande fiducia è
riposta proprio
in quelle "grandi Forze spirituali
e morali" che
ha ribadito "sono per noi un
Sostegno inestimabile".