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GIUGNO Giornata
contro il lavoro minorile
Sii
Tu
ad insegnarci
a stare con gli uomini,
facendo assieme il bene.
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Dio,
fontana del villaggio
non sta in una bottiglia
di Ottavio Fasano
All’inizio
dell’anno sono stato in India
per ragioni di lavoro. Questa esperienza continua ad interpellarmi
come uomo, religioso e sacerdote.
Un miliardo e duecento milioni di
persone
popolano questa grande terra.
Noi
cristiani,
contando cattolici, ortodossi, protestanti, siamo 23
milioni,
pari al 2% della popolazione mondiale.
L’India è un campo umano
vastissimo,
con la sua storia sociale e spirituale,
con il suo impegno per la crescita e lo sviluppo
che mi fa riflettere molto sul nostro vivere
la fede in modo missionario, sulle radici cristiane della
nostra vecchia e nuova Europa
che, spesso sembrano venire, volontariamente,
ignorate o inaridite. E allora?
Mi guardo dentro, nell’anima,
e mi chiedo:
ma tu Padre Ottavio, tu Chiesa occidentale,
come annunci agli uomini del nostro tempo
la fiducia in Gesù, il Cristo, il Risorto?
Mi rendo ben conto della complessità di questo interrogativo,
eppure, nella nostra piccolissima persona, dobbiamo tentare
di capirne un po’ di più, ascoltando chi, meglio
di tutti noi, può dirci una parola esperta e sapiente.
Prendo a maestro di questa riflessione
il nuovo Padre Generale dei Gesuiti,
eletto nella seconda metà di gennaio a Roma,
lo spagnolo Padre Adolfo Nicolas che, fino a ieri,
è stato il responsabile religioso dell’Asia
Orientale
e Oceania (un’area che va dalla Cina e il Myanmar
alla Corea, dalla Micronesia all’Australia).
Padre Nicolas considera il dialogo tra Est-Ovest
“una sfida enorme, ma indispensabile e salutare”.
E'convinto che la Chiesa Cattolica
abbia
molto da imparare dal Continente asiatico:
“L’Asia ha tantissimo da offrire alla Chiesa,
a tutta la Chiesa, ma non lo abbiamo ancora fatto”.
Nel suo pensiero di padre generale non
c’è traccia di “monopolio occidentale
della verità”. Dice:
“L’Asia è la vera
sfida, laggiù ho imparato ad accogliere le differenze
e a trarre insegnamento
dalle differenti culture”. L’Asia - questo
mi consola immensamente - è
come “grande scuola”
del terzo millennio cattolico “lungo i tracciati
del dialogo
fra tutti i credenti, della spiritualità, della Chiesa
dei laici, dello sviluppo, della pace,
della trasparenza nella Chiesa".
Importante questo passaggio del suo
discorso
ai confratelli: ”Abbiamo
il compito di servire Dio,
la Chiesa ed il mondo, senza mai dimenticare
che, oggi, ad annunciare la salvezza, non sono le nazioni
geografiche, ma quelle umane e cioè i poveri
e gli emarginati.” “La
teologia è sempre dialogo. Il nostro Dio, la nostra
fede ed il nostro messaggio
sono così grandi che, non si
possono mettere in una bottiglia, in un Paese, in
un solo Ordine Religioso.
E’ un messaggio per tutte le
Nazioni, perché
è un messaggio così grande che non si può
ridurre.
La nostra terra di missione sono i poveri,
i manipolati, gli emarginati, gli esclusi
che incrementano, con la globalizzazione,
quanti non hanno posto in una società,
fatta solo per i Grandi”. L’Asia lancia, a noi
cristiani, un enorme annuncio missionario.
PREGHIAMO:
su questo nuovo slancio missionario
dei Fratelli Gesuiti, Signore, mi
pare di intravvedere gli effetti di una Nuova Pentecoste
che mi dà coraggio, che mi apre gli occhi
ad un Mondo nuovo con il quale dialogare,
mettermi in ascolto, ripensare l’Annuncio missionario.
Grazie, o Padre, per il dono
di questi credenti che desiderano aprire
strade umane, piene di futuro,
ricche di vita e di spiritualità.
Gesù Risorto, sii Tu la luce vera che guida il nostro
cammino. Sii Tu la forza che ci aiuta a guardare
il mondo con coraggio sereno e fiducia.
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