Onde di
Solidarietà
contro Onde di egoismo
di
Antonio Fidalgo de Barros
Non
sappiamo che cosa ci potrà ancora riservare
questo 2011. Certamente i fatti di questi primi mesi
non ispirano molta fiducia. Quello
che è accaduto
in Giappone fa paura. In fondo, qual è il
paese completamente immune da un fatto simile?
Capo Verde, ad esempio, è
un arcipelago di origine vulcanica con alcune isole che
hanno il livello del mare davvero troppo vicino rispetto
alla terra.
Un recente studio pubblicato dall’Unesco
richiama l’attenzione dei capoverdiani sui rischi
di tsunami
nelle isole. Lo studio è stato preparato dall’Istituto
Leibniz di Scienze Marine della Germania. Noi qui, però,
ci comportiamo come se questi fatti fossero frutto del delirio
di qualche scienziato. Gli stessi autori hanno chiarito
che l’intenzione non è quella di creare falsi
allarmismi, bensì quella di portare la nostra società
a premere sulle autorità affinché prendano
le misure preventive necessarie per evitare sofferenze nel
futuro. Insomma, per impedire che
si costruisca troppo vicino
al mare.Pensiamo ai lussuosi villaggi
turistici che vengono edificati lungo le spiagge dell’isola
del Sal e di Boavista. Nessuno ha il coraggio di
dire agli investitori stranieri: “Qui no. Andate più
lontano”. Ma a proposito
del Giappone e dell’enorme disgrazia che si
è abbattuta sul paese, e mentre si piangevano i morti
e si cercavano
i dispersi, siamo rimasti sorpresi
da una notizia pubblicata pochi giorni dopo tali tragici
avvenimenti.
Come se nulla stesse accadendo in quel «paese del
sol levante», una delegazione del governo giapponese
è venuta a Capo Verde, nella capitale Praia, per
definire con le autorità capoverdiane i settori prioritari
di cooperazione per i prossimi anni. Fra altre cose, si
è firmato un accordo con il Municipio di Cidade Velha
per costruire una Casa destinata ad accogliere gli studenti
meno abbienti e le cui abitazioni si trovano distanti
dalla scuola.Un
paese in disgrazia e bisognoso di soccorso
(ho letto che la Croce Rossa Italiana ha fatto scattare
una gara di solidarietà per aiutare la popolazione
giapponese colpita da terremoto e tsunami) e che, ciononostante,
ne aiuta un altro che ha ancora insufficienze non irrilevanti.
Uno potrebbe chiedersi:
che cosa si nasconde dietro a questa solidarietà
giapponese? Pensare che non ci sia nessun interesse sarebbe
essere ingenui. Come paese asiatico, distante, con una cultura
totalmente diversa, può in questo modo guadagnare
visibilità nel nostro paese e in questa
regione dell’Africa. Ma i fatti,
lungo questi decenni di cooperazione, dimostrano
che il Giappone ha guadagnato poco o nulla aiutandoci, anche
in questo momento
in cui sta spendendo miliardi per salvare
le sue popolazioni dai terribili effetti dello tsunami.
Parlando di solidarietà,
vorrei segnalare un altro caso a livello ecclesiale. La
Diocesi di Lisbona ha deciso
di inviare tutta la sua raccolta quaresimale 2011
alla Diocesi di Mindelo, qui a Capo Verde.
Questo accade nel momento in cui la nostra giovanissima
diocesi (creata solo 7 anni fa) sta per accogliere
il suo nuovo vescovo, Mons.Ildo Fortes, nativo dell’isola
del Sale, ma cresciuto nell’emigrazione. Si
sa che
il Portogallo è tra i primi, se non addirittura il
primo, nella lista dei paesi che cooperano con il nostro,
soprattutto nel settore delle infrastrutture e della formazione.
Però, la presenza delle diocesi portoghesi (parlo
delle diocesi in quanto tali) poco si sente.
Si tenga in conto che la nostra è
una chiesa nata grazie all’impulso missionario portoghese,
già nel 1533.
Questa cooperazione tra le chiese del nord e quelle
del sud continua ad essere importante. Benedetto XVI
si chiede come si potrebbe realizzare un sviluppo socioeconomico
“se i popoli diventano analfabeti in relazione a Dio”.
Il gesto della Chiesa di Lisbona,
che non è propriamente una chiesa ricca, in favore
della nostra Diocesi di Mindelo è perciò da
apprezzare.
Un ultimo piccolo fatto, per concludere. Il 20 marzo
si è celebrata tra di noi la giornata della Caritas
Diocesana. Durante l’offertorio i fedeli consegnano
le loro buste. Nella comunità di Ribeira Fria un
uomo
di una certa età vuole anticipare e mi porta
la sua busta in sacrestia. Prendo la busta e faccio per
riporla.
Lui però mi dice: "La apra". Ho pensato:
"Deve aver messo un banconota di valore". Ma erano
solo 200 scudi, meno di due euro. "È tutto quello
che posso dare", mi dice.Ho pensato
allora all’obolo della vedova del Vangelo.
Anche quest'uomo ha dato tutto e più
di molti altri.
Onde di solidarietà, piccole o grandi non importa,
potranno contrastare e vincere le onde omicide dell’egoismo
che avanzano sul mondo di oggi.
Che la Pasqua 2011 ci bagni nelle
sue Onde di Vita.
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