Dopo 40 anni di lavoro in Italia, come tecnica di analisi cliniche,
alla età della pensione, mi ero chiesta "cosa farò
da grande?"
Forse era arrivato il momento di tirare fuori dal cassetto un
sogno dell'adolescenza, quello di scoprire e fare qualcosa in
altri mondi, soprattutto in Africa. Il momento è questo.
Sono qui, proprio in territorio africano, nell’arcipelago
del Capo Verde, in mezzo all’oceano Atlantico, col mio sogno
diventato realtà.
Con Enza e Marco, incominciamo subito, con grande entusiasmo,
a sballare e sistemare le diverse apparecchiature che, dopo tre
mesi di viaggio dall'Italia, nei containers, necessitano di nuove
calibrazioni e revisioni. Tiriamo fuori dalle nostre valige i
reagenti che hanno viaggiato, invece, con noi.
Suor Teodora arriva il quarto giorno, quando ancora siamo nella
fase “caos”, con tre ragazze capoverdiane: Ana, Sonia,
Benvinda. Dovrò scegliere una di loro, per lavorare con
me. Decido di tenerle tutte e tre.
Inizio così un corso di formazione, mettendo insieme la
pratica e la teoria. Compito non facile, per la diversità
di lingua e la loro mancanza di formazione di base nella disciplina.
Si tratta di rendere piacevole le lezioni e di coinvolgerle in
una attività, che diventerà la loro futura professione.
Antonio, un infermiere capoverdiano, che lavora all'Ospedale civile
di San Filipe, in possesso di una formazione di laboratorio, mi
aiuta a comunicare con le ragazze, spiegando loro in creolo, gli
argomenti del programma stabilito, utilizzando fotocopie del testo
portoghese del Pasquinelli (manuale del tecnico di laboratorio).
Questo periodo dura 8 mesi. Le ragazze si appassionano a maneggiare
provette, guardare nel microscopio, fare i primi prelievi. Intanto
piano piano cominciano a comprendere anche la teoria, mettendola
in relazione con la pratica. Il loro apprendimento viene verificato
con prove scritte, che poi mando in Italia alla dr.ssa Enza Fruttero,
che mi segue da Torino.
Durante tutto questo lavoro, le ragazze imparano l'italiano, che
servirà loro per il periodo di formazione, di 3 mesi, che
faranno in Italia nell'Ospedale Manzoni di Lecco e per fare da
interpreti tra i medici specialisti volontari italiani e la loro
gente.
Attualmente le ragazze sono assunte a tempo pieno come ausiliarie
di laboratorio. Sono in grado di lavorare bene, con molta professionalità
e responsabilità e di gestire un laboratorio (prelievi,
analisi, statistiche, controllo di qualità, ordini, rapporti
con gli utenti ... sono proprio brave!).
Sono rientrata in Italia il 7 settembre 2005.
La mia avventura, durata quattro anni, è finita ma le ragazze
e Fogo con la sua gente sono e saranno sempre nel mio cuore.
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