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COSA FARÒ DA GRANDE

di Jolanda Falco

Arrivo a Fogo il 14 aprile 2002. Le suore, venute ad accogliermi all'aeroporto, mi accompagnano al Centro Socio-Sanitario San Francesco, dove mi aspetta il compito di aprire il Laboratorio di Analisi-Cliniche.
Sono con me la dottoressa Enza Fruttero, biologa dell'Ospedale Molinette di Torino e l'elettricista Marco Fiora, che mi daranno una mano per i primi 15 giorni.
Cosa mi spinge ad arrivare in questa piccola isola sperduta nell'Oceano Atlantico e iniziare questa grande avventura?

Dopo 40 anni di lavoro in Italia, come tecnica di analisi cliniche, alla età della pensione, mi ero chiesta "cosa farò da grande?"
Forse era arrivato il momento di tirare fuori dal cassetto un sogno dell'adolescenza, quello di scoprire e fare qualcosa in altri mondi, soprattutto in Africa. Il momento è questo.
Sono qui, proprio in territorio africano, nell’arcipelago del Capo Verde, in mezzo all’oceano Atlantico, col mio sogno diventato realtà.
Con Enza e Marco, incominciamo subito, con grande entusiasmo, a sballare e sistemare le diverse apparecchiature che, dopo tre mesi di viaggio dall'Italia, nei containers, necessitano di nuove calibrazioni e revisioni. Tiriamo fuori dalle nostre valige i reagenti che hanno viaggiato, invece, con noi.
Suor Teodora arriva il quarto giorno, quando ancora siamo nella fase “caos”, con tre ragazze capoverdiane: Ana, Sonia, Benvinda. Dovrò scegliere una di loro, per lavorare con me. Decido di tenerle tutte e tre.
Inizio così un corso di formazione, mettendo insieme la pratica e la teoria. Compito non facile, per la diversità di lingua e la loro mancanza di formazione di base nella disciplina. Si tratta di rendere piacevole le lezioni e di coinvolgerle in una attività, che diventerà la loro futura professione.
Antonio, un infermiere capoverdiano, che lavora all'Ospedale civile di San Filipe, in possesso di una formazione di laboratorio, mi aiuta a comunicare con le ragazze, spiegando loro in creolo, gli argomenti del programma stabilito, utilizzando fotocopie del testo portoghese del Pasquinelli (manuale del tecnico di laboratorio).
Questo periodo dura 8 mesi. Le ragazze si appassionano a maneggiare provette, guardare nel microscopio, fare i primi prelievi. Intanto piano piano cominciano a comprendere anche la teoria, mettendola in relazione con la pratica. Il loro apprendimento viene verificato con prove scritte, che poi mando in Italia alla dr.ssa Enza Fruttero, che mi segue da Torino.
Durante tutto questo lavoro, le ragazze imparano l'italiano, che servirà loro per il periodo di formazione, di 3 mesi, che faranno in Italia nell'Ospedale Manzoni di Lecco e per fare da interpreti tra i medici specialisti volontari italiani e la loro gente.
Attualmente le ragazze sono assunte a tempo pieno come ausiliarie di laboratorio. Sono in grado di lavorare bene, con molta professionalità e responsabilità e di gestire un laboratorio (prelievi, analisi, statistiche, controllo di qualità, ordini, rapporti con gli utenti ... sono proprio brave!).
Sono rientrata in Italia il 7 settembre 2005.
La mia avventura, durata quattro anni, è finita ma le ragazze e Fogo con la sua gente sono e saranno sempre nel mio cuore.

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