E’ sempre difficile
fare delle classifiche perché i ricordi vicini tendono
inevitabilmente a prevalere su quelli lontani ma, per me, questo
primo viaggio a Capo Verde è stato uno dei più belli
che abbia mai fatto.
Si sono magistralmente mescolati ingredienti turistici e spirituali
per cui posso dire grazie a chi me ne ha dato l’opportunità
e ai Frati Cappuccini, missionari dal lontano 1947, in questa
terra secca, senz’acqua ma tanto amabile e accogliente.
La partenza è nella notte da Malpensa
e subito perdiamo un compagno di viaggio arrivato da Potenza con
“pane cafone” e salamelle di vario tipo, Canio l’anima
gioiosa del gruppo per tutto il viaggio.
Si arriva all’isola do Sal e si va in albergo, la sensazione
è di un posto un po’ finto, con tantissime costruzioni
in corso….sulla spiaggia dorata.
L’indomani partenza per l‘isola di Fogo
dove non arrivano le valigie; ci dirigiamo subito verso il Centro
Socio Sanitario San Francesco, dove ci aspettano padre Federico
e padre Ottavio. Hai subito la senzazione di una cosa pulita,
in un luogo spendido, con vista sull’oceano che bagna la
nerissima sabbia vulcanica. Sono fortunato, mi capita una stanza
che si affaccia sul mare e sento il rumore delle onde che mi cullerà
per tutta la notte. La visita all’Ospedale ben ci fa capire
l’opera meravigliosa realizzata in questi anni con l’aiuto
di tanti benefattori.
E’ un ospedale perfettamente funzionale
con 40 posti letto e 2 sale chirurgiche, un attivo reparto di
pediatria e ginecologia, un ambulatorio generale e piccoli reparti
di radiologia, odontoiatria, otorinolaringoiatria, urologia, Casa
Madre Teresa per i malati hanseniani, etc… Conosciamo il
mitico anestesista tuttofare dr. Serghjei e sua moglie dr.Tatiana
che tiene la farmacia in modo perfetto e gli infermieri e le infermiere,
i tecnici di laboratorio capoverdiani che si muovono con competenza
nei vari reparti. Si apre il cuore, sapendo che, il sacrificio
di tanti, in questi anni, ha consentito un’opera così
utile alla popolazione delle isole di Fogo e di Brava.
Visitiamo il reparto Casa Madre Teresa, la Casa
delle suore ed il loro rigoglioso orto. Infine la Chiesa, dedicata
a San Giuseppe, ti fanno vivere forti emozioni, costruita sul
cucuzzolo più alto, è una costruzione bianca e blu
che guarda verso l’oceano .Quando vi entri, sei immerso
in un mare di luce : l’abside , di forma semicircolare ,
è completamente di vetro e ti consente di vedere l’oceano,
passando dalla vista di un altare appoggiato su un enorme tronco
di legno, proveniente da Macugnaga.
Nel pomeriggio partiamo per il Vulcano,
il gigante che, da solo vale il viaggio a Capo Verde. Dopo un’ora
e mezza sul pick-up, passando tra villaggi poveri e bambini sorridenti
alla sola vista delle caramelle e dei pennarelli portati per loro,
lo vedi, entrando in una valle lunare dove questo signore di Fogo
ha sfogato tutta la sua potenza eruttiva nel corso dei secoli.
Credetemi è uno spettacolo mozzafiato! Ci accompagnano
in un alberghetto, gestito da un francese, Patrick, dove, dopo
5 minuti, sei amico con tutti e apprezzi lo stupendo giardino
su cui si affacciano le camerette da letto, cena e un po’
di musica poi tutti a nanna, non prima di aver contemplato, ammirati,
un cielo stellato come solo l’equatore sa offrire.
Un gruppo di volontari parte per la scalata.
Ci sono anch’io perché mi è stato detto :
in un’ora e mezza siamo su!
La guida, un capoverdiano di 20 anni, parte al fulmicotone ma,
finché non si comincia veramente a salire, nessun problema.
Rosa, una dei simpaticissimi compagni di viaggio mi incoraggia
e mi fa ritrovare lo scatto giovanile per arrivare in cima. Uno
spettacolo straordinario, con vista del cratere e di tutta la
vallata sottostante fino al mare, si affaccia ai nostri occhi
incantati.
La discesa avviene, attraversando l’altro versante, seduti
per terra e scivolando in basso per circa un’ora, come bambini
che si divertono a rincorrersi in un mare nero.Colazione veloce
e partenza per Mosteiros dove visitiamo l’Asilo di padre
Orfeo, pulitissimo ed ancora bisognoso di tante cose.
Ritorno a Fogo al Centro Socio Sanitario e cena in un ristorante
del luogo.
L’indomani si parte in aereo per Mindelo,
splendida cittadina dell’isola di S. Vicente che,con la
sua architettura portoghese, ricorda il sofferto colonialismo,
conclusosi il 5 luglio 1975. Qui ci attende fra Silvino, vero
“missionario di strada”, padre Mathias e padre Antonio
Fidalgo Barros, il direttore di Radio Nova, l’unica emittente
cattolica in Capo Verde, proprietà dei Cappuccini.
La commozione e’ veramente forte quando ci porta a “Casa
Dada”.
La Provvidenza ha fatto avere ai Cappuccini questo contenitore,
ubicato in un quartiere popolare e l’idea è stata
quella di ospitarvi un laboratorio per strumenti musicali, dove
si sono già installati 4 fratelli baptista, una scuola
di musica, che ha già dei corsi programmati e un terrazzo
dove si potranno tenere concerti. Raffaele , Carmelo e Massimo
montano velocissimamente l’insegna luminosa e Casa
Dada è sobriamente inaugurata con mezzo quartiere
che si affaccia per la curiosità.
Silvino ci porta poi a visitare il centro “Spazio
jovem” per ragazzi di strada e la Radio Nova. Mi
viene subito da pensare: i bisogni sono tanti , la generosità
non puo’ essere da meno e noi stessi possiamo parteciparvi…con
le nostre risorse.
E’ l’ultimo giorno dedicato a Mindelo, dopo che la
gita a S. Antao è saltata.
Il mercato del pesce, quello ortofrutticolo,
la visita al centro, la vivacità delle persone, le spiagge
bianchissime che la circondano, ne fanno una città di grande
fascino con un sicuro futuro turistico nei prossimi anni.
Il viaggio è purtroppo finito e l’ultima
sera ci congediamo con la musica sullo stupendo terrazzo dell’albergo
che ci ospita.
I fratelli baptista, accompagnati da un gruppo di bambini flautisti,
ci allietano in fraternità per tutta la sera, suggellando
così un viaggio straordinario.
Cosa dire: quando sei sull’aereo hai voglia di tornare
a Capo Verde.
Pasquale Pappacoda |
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