"Oh io amo tutti in Gesù
Cristo;
e tanto gli Etiopi,quanto gli Europei
riguardo come miei fratelli:
e se avessi altra vita da spendere,
senza esitazione la sacrificherei
per la loro salvezza".
Gugliemo, alla fine
del suo coraggioso cammino, attende l'Amico Fedele.
21
novembre 1952, francobollo commemorativo
Guglielmo, come Francesco, canta
la creazione di Dio.
Gugliemo, tra peripezie varie,
che sanno dell'incredibile;
deve travestirsi da mercante...
Maria è la
Madre
che protegge dai pericoli
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Abuna Messias
Guglielmo Massaja
E’
un gigante della storia missionaria, dell’Ordine dei
Frati Minori Cappuccini e della Chiesa.
In lui si realizza quanto di meglio è augurabile ad ogni
missionario:
itineranza, pazienza, disponibilità, grande
spirito di adattamento, abnegazione, grandissimo amore alla gente e a
Cristo.
Guglielmo nasce l’8 giugno 1809
a Piovà d’Asti, in suo onore, oggi, Piovà
Massaja, con i nomi di Lorenzo Antonio e frequenta il seminario
del Collegio Reale di Asti.
Indossa il saio cappuccino alla chiesa Madonna di Campagna di Torino l’8
settembre 1826 col nome di Guglielmo. Sacerdote nel 1832. Ricopre il ruolo
di cappellano dell’Ospizio Mauriziano di Torino dove apprende le
nozioni di medicina e chirurgia che gli serviranno poi in Etiopia.
Confessore di Giuseppe Benedetto Cottolengo
e di Silvio Pellico. Nel 1846, Papa Gregorio XVI lo nomina
Vicario Apostolico della popolazione dei Galla che raggiunge,
risalendo il Nilo e attraversando il deserto, travestito
da mercante arabo.
Presso i Galla vive 35 anni di missione
tra alterne vicende:
ricordiamo 8 traversate del Mediterraneo, 12 del Mar Rosso, 4 pellegrinaggi
in Terra Santa; 4 esili e le altrettante prigionie e innumerevoli rischi
di morte e questo non è ancora tutto il bilancio del suo leggendario
apostolato.
Il Massaja fonda diverse missioni
e scrive
“Il primo catechismo in lingua galla”.
All’annuncio della Buona Notizia di Gesù affianca una vasta
opera sociale.
Cura malattie endemiche, come il
vaiolo, acclamato Padre del Fantatà
(Signore del vaiolo); interviene come chirurgo nei casi d’urgenza;
crea centri assistenziali; calma, con il suo grande equilibrio e la pace,
gli odi tribali; pubblica a Parigi
“La prima grammatica in lingua galla”;
favorisce spedizioni diplomatiche e scientifiche…e soprattutto
è un "Santo" Apostolo.
Grande Ufficiale dell’Ordine Mauriziano; consigliere dello stesso
Menelich II, re dello Scioà, Guglielmo è
considerato il fondatore di
Addis Abeba (Nuovo Fiore),
capitale dell’Etiopia nel 1889.
Esiliato dall’imperatore Johannes
IV il 3 ottobre 1879, perché invidioso del suo prestigio
personale.
Papa Leone XIII lo nomina Arcivescovo e nel 1884 Cardinale.
Alla morte avvenuta a S.Giorgio a Cremano (Napoli) il 6 agosto 1889, lo
stesso Pontefice esclama: “è morto
un Santo!”.
Guglielmo è sepolto nella chiesa dei Cappuccini a Frascati, dove
era vissuto in povertà ed umiltà
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