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IN VETRINA

FAMILY 2012


Con parole migranti
Una Lettera a Benedetto XVI per il
VII°Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano
(30 maggio - 3 giugno)

“Carissimo Benedetto, come Pietro, tu confermi i fratelli
nella fede: ci aiuti a perseverare nella verità del Vangelo tra tentazioni e fatiche. Ci rendi forti nei momenti più delicati, quando lo smarrimento ci assedia e ci fa vacillare”. Inizia così una Lettera delle Famiglie Migranti
della diocesi di Milano a Benedetto XVI. Le comunità etniche, che vivono a Milano, da tempo si stanno preparando a questo evento mondiale. Un vero e proprio cammino, come spiega
il direttore Migrantes della diocesi, don Giancarlo Quadri:
è stato “un cammino lungo e non sempre facile”,
fatto in gran parte nelle diverse comunità dei migranti
della diocesi e in due mini-eventi.
Il sogno e l’incubo.
Nella lettera ricordano la loro lontananza spesso
dagli affetti più cari e le loro fatiche. “Tra speranze e angosce, scrivono, godiamo la bellezza della fede, che i nostri padri ci hanno trasmesso e,insieme, sentiamo questa stessa fede vacillare; ci sembra che la fede non sia più sostenuta, come un tempo, da tradizioni familiari e sociali;
ci aggiriamo, a volte, sperduti cercando volti e parole che sappiano alimentarla in noi; ci pare che la festosa vivacità
che la rivestiva,
sia sopportata a stento dai nostri fratelli europei e anche in noi, a fatica, diventi canto e gioia”.
I migranti chiedono al Papa
d’indicare “le strade per uscire dalla logica del profitto. È mare di morte quando il sogno giusto di un lavoro onesto diventa l’incubo di non farcela: quando il cuore viene invaso dall’ossessione di guadagnare sempre di più; quando restiamo in balìa delle onde del consumismo. E siamo così affannati ...per vivere ai livelli
di questo mondo ricco, che finiamo per non respirare più,
non sentiamo più i profumi della vita di Dio,
non ascoltiamo più il canto di amore di Dio per noi

e per tutti.
E anche la voce delle nostre preghiere
si fa timida, sterile. La tua parola ci aiuti a fare
del nostro lavoro una testimonianza di solidarietà e di vicinanza a tanti fratelli anziani, sofferenti, fragili”.
Le lingue diverse
. “Aiutaci – scrivono – a pescare i nostri figli; la loro vita è la nostra gioia. Che le reti della nostra testimonianza umile e forte e le reti della nostra parola riescano a prenderli e a introdurli nella vita vera,
quella di Dio. Che siano felici, sentendosi amati; e che, felici, facciano il bene. Aiutaci a educarli alla fede, a promuovere i loro talenti, a essere vicini alle loro paure, a comprendere le loro cadute e le loro fughe, a intendere il linguaggio del loro silenzio e delle loro grida: spesso ci spaventa il loro smarrimento, ormai distanti dal mondo
delle nostre tradizioni e della nostra fede”. "Aiutaci a pescare i fratelli e le sorelle che abbiamo incontrato qui
e vivono con noi; quelli che ci sono vicini e quelli che ci evitano e ignorano".
Con te – concludono – vogliamo pescare fratelli e sorelle di tante parrocchie perché, assieme con noi, accolgano gli stranieri con passione e gentilezza, formando comunità veramente cattoliche, dove risuonano lingue diverse, lodando insieme la bellezza del Signore”.

Oltre venti comunità.
Le comunità dei migranti a Milano
e nel territorio diocesano hanno collaborato al percorso: filippini, latino-americani e salvadoregni, rumeni, albanesi, polacchi, ucraini, coreani, cinesi, giapponesi, copto-cattolici, eritrei, africani francofoni.
Siamo partiti a gennaio 2011,
spiega don Quadri con l’indicazione per ciascun gruppo di riflettere sulla condizione dei migranti e sulle difficoltà che incontrano nella migrazione, soprattutto nei confronti della vita familiare”.
Dal primo incontro
svoltosi il 29 gennaio 11, Festa ambrosiana della famiglia: è emerso un documento finale riassuntivo delle grandi idee raccolte nelle discussioni dei gruppi familiari”. Il secondo si è svolto domenica 6 maggio. Al VII° Incontro Mondiale delle Famiglie si ritroveranno anche 15.000 genitori, padri e madri, rappresentanti del grande mondo delle Famiglie Cattoliche Immigrate,aggiunge mons. Giancarlo Perego, direttore di Fondazione Migrantes: “Le famiglie immigrate nel nostro Paese sono un segno di apertura alla vita, testimoniano il dolore della distanza dal proprio Paese, arricchiscono il cammino differente della nostra Chiesa, costruiscono il Paese di domani.
Le famiglie immigrate testimoniano le gioie e le speranze delle Nuove Famiglie in Italia, da 198 Paesi del mondo”.


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