La
Giornata Mondiale
del Migrante e del Rifugiato
Il
13 gennaio 2013
sarà celebrata.
Ogni anno in tutte le parrocchie italiane.
Dal 1991, dalla Chiesa Italiana viene animata, in particolare,
in una delle Regioni ecclesiastiche. L'occasione
diventa
importante per un incontro
con tutti i direttori delle Migrantes e in tutte le Diocesi
della regione, per sostenere
e valorizzare le attività per il
Mondo
della Mobilità: emigrati
italiani, immigrati, Rom e Sinti, fieranti e circensi.
Il 2013 si vivrà la giornata
nella Regione di Puglia,
in particolare, nelle diocesi e le parrocchie.
Il 13 gennaio, Battesimo di Gesù,
la Santa Messa sarà trasmessa su Rai 1, dalla cattedrale
di Bari, alle ore 11,00. Prima e dopo sarà trasmessa
da
"A Sua Immagine".
Chi
ama suo fratello,
rimane nella luce...
Figlioli
miei, da questo sappiamo di avere conosciuto Gesù:
se osserviamo i suoi comandamenti. Chi
dice: «Lo conosco» e non osserva i suoi comandamenti,
è bugiardo e in lui
non c’è la verità. Chi invece
osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è
veramente perfetto... Chi dice di rimanere
in Lui,
deve comportarsi come lui si è
comportato...
Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello,
è ancora nelle tenebre...
Chi ama suo fratello, rimane nella luce...
(Prima lettera di Giovanni
2,2-11) ndr
Homo
Viator.
L'uomo è un viandante.
(dalla riflessione di mons.Paolo
Schiavon).
Nella Bibbia, Adamo è espulso dall'Eden;
Abramo è un pellegrino per obbedienza;
Mosè ha fatto di Israele, un popolo
che pellegrina nel deserto del Sinai. Nella
prima lettera
di Pietro, i cristiani sono definiti
"stranieri e pellegrini".
Anche Dio si fa' pellegrino seguendo il suo popolo in Gesù,
nato nella terra, uomo come noi, per condividere la nostra
vita fino in fondo.
Gesù pellegrino della
speranza.
E' Gesù che ci permette di attraversare le difficoltà
senza cedere allo sconforto.
Nella nostra epoca, possiamo vedere
le migrazioni come le nuove forme del pellegrinare e...Circa
215 milioni di essere umani sperimantano oggi la sorte migratoria...
Benedetto
XVI fa emergere l'anima
di questa gente, che spinta dalla "disperazione di
un futuro impossibile da costruire", si avventura
in un pellegrinaggio alla ricerca di un futuro migliore,
ciascuna famiglia col proprio bagaglio
di fede e di speranza... "Non
stranieri ma concittadini
e familiari di Dio"
Lettera
dell'arcivescovo di Torino, rivolta ai Rom e Sinti, che
vivono con noi, ai rappresentanti delle istituzioni politiche
e civili e alle comunità cristiane. Una lettera coraggiosa
e propositiva di Cesare Nosiglia, in tempi difficili e di
forte crisi.
La città di Torino, creato il primo campo-nomadi
per i Sinti nel 1979, si trova oggi ad affrontare
il problema dell'accoglienza dei Rom-romeni ed ex jugoslavi,
concentrati nelle due periferie della città: 70%
a Nord e 30% a Sud, in 4 campi riconosciuti e 3 aree di
sosta con 1.200 Rom, "in condizioni da quarto mondo",(parole
dell'arcivescovo).Vivono su terreni del demanio,
comunali e di proprietà privata e le tensioni con
i cittadini esplodono frequenti.
Questa lettera ha il taglio umano di un cristiano (mons.Cesare)
che capisce quanto è necessario risolvere il problema
per guardare avanti
ai prossimi 10 anni. Egli si rivolge ai Rom e Sinti, dichiarandosi
loro "fratello
e amico", e chiede di
aver fiducia, e non sperare di risolvere i problemi con
la violenza o la delinquenza o l'illegalità.
Invita a difendere la dignità dei
valori dei loro popoli con l'onore di una vita buona, fiduciosa
e rispettosa verso se stessi e verso gli altri per costruire,
con fatica, una vita più buona e bella. Scrive
"Il vostro futuro è vivere
insieme rom, sinti,
manush uniti come una grande famiglia"....
Infine a noi "non possiamo permettere
di gettare via noi stessi, rinunciando a lottare
per dare a questi nostri fratelli le stesse opportunità
cha abbiamo avuto noi: una casa, un lavoro, e partecipare
con pari dignità alla costruzione della nostra città
e dei nostri paesi".
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99ma
Giornata Mondiale 2013
del Migrante e del Rifugiato
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