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AMICIZIA n.3-4/2001
UCSEI STUDENTI ESTERI 2008
La
“Politica”di Dio sull’immigrazione
di Tiberius Anzulimi
[…] Un anziano
raccontava di due amici
che vivevano vicino a lui:
l’uno era straniero,
l’altro originario della regione.
Lo straniero era un po’
negligente,
il cittadino si applicava molto.
Lo
straniero morì e
l’anziano, che era veggente,
vide
un gran numero di Angeli venuti a prendere la sua anima.
Nel momento che arrivò in cielo, fu fatta un’inchiesta
su di lui; una
Voce scese allora dall’alto: “E’
vero che fu un po’negligente,
ma apriteli la porta, perché era andato a vivere
lontano dal suo paese”.
Poco dopo anche il cittadino morì
e tutta la famiglia venne a salutarlo.
L’anziano
non vide gli
Angeli venire a prendere la sua anima e si meravigliò.
Si prostrò davanti a Dio e
gli disse:
“lo straniero ha meritato tanta gloria, sebbene fosse
un po’ negligente,
mentre costui, con tutto il suo zelo, non ha meritato nulla
di simile!”.
Una
Voce gli rispose:
"Colui che era molto osservante,
prima di morire, aprì gli occhi e
vide i suoi familiari in lacrime
e ne fu molto consolato.
Lo straniero, invece, quando morì, non vide nessuno
accanto a sé e si mise a piangere.
E Dio si fece il suo
consolatore”.
Questo
racconto ci inserisce
nell’ottica di Dio. Egli apre le porte
della città celeste per il semplice fatto
che lo straniero ha lasciato il suo paese .
Non
c’era un altro motivo.
Rispetto al cittadino, lo straniero è stato negligente
e maldestro nell’assumere gli atteggiamenti del paese
che lo ospitava.
Ma
a
Dio non interessano
le qualità umane e la bravura.
L’unica
cosa che gli interessa, davvero,è quella disponibilità,
come quella di Abramo, per cui si è disposti
a lasciare il proprio paese
e a camminare per incontrare l’altro.
E’ ovvio che il racconto non può diventare
una piattaforma politica, ma letto
nella sua valenza simbolica,
può offrire una visione sull’uomo
rasserenante e riconciliante […].
La Chiesa, mai come
oggi, deve farsi carico di una tale visione culturale.
Perché l’incontro
tra straniero e cittadino possa diventare reale
e la solitudine dei due possa
scomparire
nel riconoscimento dell’altro;
non è più ammissibile che la Chiesa divida
il suo agire in “caritas”
per gli stranieri
e in “missione”
per i cittadini.
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