Un
prete che,
oggi, vorremmo.
Filippo Neri
26 maggio
nasce a Firenze, 1515
muore a Roma, 1595
Fonda
il primo Oratorio.Unisce
all'esperienza mistica, specialmente
nella celebrazione della Messa,
una straordinaria capacità
di contatto
umano e popolare.E’ promotore di forme nuove
di arte e di cultura.Catechista
e guida spirituale di straordinario talento, diffonde
intorno a sé un senso di letizia
che scaturisce dalla sua unione con Dio
e dal suo buon umore.Filippo si
adopera
per allontanare i giovani dalla strada
e dal male e fonda a Roma il primo "Oratorio",
nel quale si fanno letture spirituali,canti e opere di
carità;
rifulge per il suo amore verso il
prossimo,
la semplicità evangelica,la letizia d’animo,
lo zelo esemplare e il fervore
nel servire Dio. L'uomo, chiamato
"l'Apostolo della città
di Roma" è figlio
di un notaio fiorentino.Riceve una buona istruzione e
fa pratica nell'attività di suo padre. Influenzato
dai domenicani di San Marco, dove Savonarola era stato
frate
non molto tempo prima,e dai benedettini di Montecassino,
all'età di diciotto anni,
va a Roma. Là vive,come laico,per diciassette anni
e inizialmente si guadagna da vivere,
facendo il precettore; scrive poesie
e
studia filosofia e teologia.
A quel tempo Roma è in uno stato
di grande corruzione e, nel 1538, Filippo comincia
a lavorare fra giovani della città; fonda
una confraternita di laici
che si incontrano per adorare Dio
e per dare aiuto ai pellegrini e ai convalescenti
e,gradualmente,danno vita
al grande Ospizio della Trinità.
Filippo passa molto tempo in preghiera,
specialmente di notte e nella catacomba
di San Sebastiano, dove nel 1544 sperimenta un'estasi
di Amore divino
che,si crede, abbia lasciato un effetto fisico, permanente,
sul suo cuore.
Nel 1551 Filippo è ordinato prete
e va a vivere nel Convitto ecclesiastico
di san Girolamo, dove, come confessore,
gli è attribuito il dono di saper leggere
nei cuori.La sua occupazione principale
è stare con e tra i giovani.
Sopra la chiesa fa costruire un
oratorio
in cui si tengono conferenze religiose e discussioni e
si organizzano iniziative
per il soccorso dei malati e dei bisognosi. Là,
sono celebrate, per la prima volta, funzioni,consistenti
in composizioni musicali su temi biblici e religiosi,cantate
da solisti
e da un coro, da cui il nome
"oratorio". Filippo
è assistito da altri giovani chierici che,nel 1575,organizza
in Congregazione dell'Oratorio; per la sua Società
(i cui membri non emettono i voti, come negli ordini religiosi
e le congregazioni),
costruisce una nuova chiesa,
la Chiesa Nuova,a Santa Maria
"in Vallicella".Diventa
famoso in tutta
la città e la sua influenza sui romani del
tempo,a qualunque ceto appartengano,
è incalcolabile. Ma Filippo
non sfugge
alle critiche e all'opposizione: alcuni
sono scandalizzati dall'anticonvenzionalità
dei suoi discorsi, delle sue azioni e dei suoi metodi
missionari. Egli cerca di restituire
salute e vigore alla vita dei cristiani
di Roma,in modo tranquillo, agendo dall'interno; non
ha mentalità clericale,
e pensa che il sentiero della perfezione
sia aperto sia ai laici che al clero,ai
monaci e alle monache.Nelle sue prediche insiste
più sull'amore
che sulle austerità fisiche:
amore per Dio e per l'uomo,
umiltà e senso delle proporzioni,
gentilezza e gaiezza.
“Riso” è
una parola che compare spesso, quando si parla di lui.