Per chi osserva l'arcipelago di
Capo Verde situato nell'oceano atlantico a cinquecento
chilometri dal Senegal e sul quattordicesimo grado dall'equatore
è normale che si convinca si tratti di un paese
dalle condizioni ideali per la pesca.
E invece non è così.
Prima di tutto perché
il pesce abbonda vicino alle coste attratto dai residui
vegetali portati nel mare dai fiumi. Nelle isole è
indispensabile fornire di reti e di attrezzature per la
pesca di profondità.
Inoltre bisogna che ogni imbarcazione
sia collegata con la terra con sicuri apparecchi radiofonici
per evitare le ricorrenti tragiche avventure di pescatori
che rimangono in balia delle onde per essere fortuitamente
incontrati dopo settimane sulle coste dell'America del
Sud o dei Carabi.
Oggi poi la pesca deve
aiutarsi con le moderne conoscenze della biologia marittima;
il mare infatti non è un permanente magazzino di
viveri a disposizione, bisogna conoscere il costume dei
vari pesci. Per esempio è solo nei mesi di migrazioni
dei branchi di tonni per le acque di Capo Verde che il
pescatore può trovare questi bei frutti del mare.
E' per questa difficoltà
che il lavoratore capoverdiano da sempre ha familiarizzato
più con la zappa nel campo che con il bote di pesca
nel mare, giustificando che "na mar ka tem figueira"
"nel mare non c'è albero" (cui aggrapparsi).
Ma negli anni di crisi agricola, come l'attuale, in cui
il campo non produce più del dieci o venti percento
del fabbisogno è giocoforza darsi da fare e chiedere
soccorso alla pesca.
E infatti qualcosa di
nuovo sta per muoversi.
In gennaio 2005 entrano in vigore due accordi di cooperazione
di pesca industriale che Capo Verde ha recentemente firmato
con la Mauritania e con il Senegal.
Con questi accordi 48 imbarcazioni
nazionali di pesca industriale potranno pescare nelle
acque territoriali della Mauritania, che è considerato
il paese con il maggiore potenziale di pesca in Africa,
e potranno usufruire delle infrastrutture senegalesi per
la pesca, le migliori e più moderne dell'Africa
Occidentale.
E' quanto ci ha spiegato
l'armatore capoverdiano Nelson Atanasio Santos che aggiunge
che i due accordi firmati permetteranno anche la cattura
di alcune speci poco frequenti in Capo Verde, come il
polipo e il badejo.
Anche gli operatori europei,
specialmente di Spagna e Portogallo guardano con speranza
a Capo Verde che ora potrà offrire nuove speranze
per il commercio marittimo.