L'andare in missione
era tradizionale tra i francescani fin dal tempo di San
Francesco ma pare che fin dai primi tempi non erano i
superiori che sceglievano chi mandare, ma i sudditi che
si offrivano per essere inviati.
Tra di noi,
giovani in formazione, l'ispirazione missionaria era coltivata
con lettere, preghiere e riflessioni periodiche, quindi
ci era familiare il ricordo di Capo Verde e dei missionari,
inclusive di Paolino e Cassiano che vi erano morti da
pochi anni.
Comunque sia, arrivato il tempo dell'ordinazione sacerdotale,
espressi al Padre Antonio il desiderio di essere inviato
missionario a Capo Verde.
Terminata la teologia ci fu il capitolo provinciale, Padre
Antonio fu eletto Superiore Provinciale ed io fui nominato
segretario delle missioni, cioè incaricato dell'animazione
missionaria e dell'appoggio logistico ai missionari di
Capo Verde.
Padre Antonio
volle dare impulso alla cooperazione con Capo Verde e
decise di visitare personalmente i missionari e mi offrì
di accompagnarlo nel viaggio.
La felice opportunità rassodò il mio desiderio
giovanile e al ritorno rinnovai per scritto la mia richiesta
ai superiori che in ottobre '63 accettarono la mia richiesta.
Padre Ottavio occupò il mio compito ed io mi preparai
alla partenza.
A quei tempi il governo coloniale di Salazar per concedere
la residenza ai missionari stranieri esigeva un esame
per testimoniare che si parlava il portoghese, il che
voleva dire andare a scuola per apprendere i primi elementi
della lingua.
Si partiva con nave da Genova coi transatlantici della
compagnia Costa e ci si fermava a Lisbona.
A Lisbona
ci aspettavano i confratelli portoghesi e s'iniziava lo
studio della lingua assieme ai giovani veneti destinati
alle missioni di Angola e Mozambico.
Ora che nel mio racconto abbiamo raggiunto il momento
di fare il distacco per la terra lontana possiamo chiederci
che cosa mi avesse spinto a esternare la richiesta fatidica
e che cosa provassi ora che mi trovavo all'estremo lembo
d'Europa in procinto di fare il salto finale.
Forse si può dire un misto di gusto giovanile per
l'insolito e lo straordinario e la dedizione agli altri.
Ricordo l'impazienza che provai durante i 40 giorni di
scuola e la soddisfazione che provai quando mi annunciarono
che potevo salpare col Manuel Alfredo per Capo Verde.
Erano sei
giorni di mare che avrebbero potuto essere allegri se
non fosse stato il mal di mare a costringerci a letto
per lunghe ore.
Giunto a Praia, dovetti attendere altri dieci giorni perché
apparisse un battello per Fogo, mia destinazione finale.
Una nottata al chiarore di luna.