Forno era
un villaggio dell'interno, ove un salone fungeva da cappella
per la Santa Messa domenicale.
Celeste era il mio braccio destro; era infatti incaricata
di tenere in ordine la cappella e le suppellettili della
messa e accogliere e impartire i primi rudimenti ai bambini;
era un po' il mio alter ego.
Celeste abitava
con i genitori ed io ero sempre ricevuto con ospitalità
per un caffè prima o dopo la Santa Messa.
Una domenica arrivai con anticipo, incontrai la cappella
insolitamente chiusa e dall'assenza di Celeste e dall'aria
taciturna e silenziosa dei pochi crocicchi degli adulti
compresi che c'era un mistero. Raggiunsi come al solito
la mia casa ospitale ma stavolta con l'intento di chiarire
il mistero.
Incontrai
la mamma a letto ricevendo la visita di alcune signore
amiche. Il padre sedeva silenzioso in fondo al cortile
all'ombra di un mango. La casa e il cortile erano immersi
in un clima di lutto.
Con riserbo
e discrezione fui sedermi al lato del padre e gli chiesi
che era avvenuto.
"Celeste ieri sera è uscita di casa ed è
andata ad abitare con Manuel, il suo fidanzato che stamattina
ci ha inviato un biglietto, che non ci preoccupassimo
che Celeste si trovava in casa sua".
Lasciai il padre e la madre con qualche parola di conforto
e tornai alla cappella.
Mi ero incontrato
con un fenomeno ricorrente nella società e nella
comunità cristiana.
Quando di una ragazza si diceva che era uscita o fuggita
di casa voleva dire che era ricorsa alla scorciatoia di
consegnarsi al fidanzato o per strappare il consenso dei
genitori o per vincere il concorso delle antagoniste.
La fuga
avveniva all'imbrunire o al chiaror di luna e con la connivente
compagnia di qualche amica e veniva accolta con pianti
e lutto nella casa paterna.
Col tempo anche le lacrime più cocenti si asciugavano
ma in campo pastorale rimaneva il problema dell'atteggiamento
di come unire la misericordia e la serietà che
è il fondamento solido della famiglia.
Questo modo spicciolo di formare
famiglia è radicato perché risale ai primordi
del popolamento; non è facile da correggere e ci
vuole saggezza pastorale.
Per fortuna il Padre eterno è più saggio
di noi e non c'è errore che non possa trovare rimedio.